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  COMUNICAZIONE 

La comunicazione è un aspetto essenziale della vita: tutti noi, fin dalla nascita comunichiamo costantemente con gli altri esseri viventi e con l'ambiente circostante. COMUNICARE significa mettere in comune, condividere, scambiare.
In genere però il termine comunicare si usa con un significato più ristretto:
scambiare informazioni.

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Perché avvenga una comunicazione servono almeno tre elementi:
emittente: chi manda il messaggio
messaggio:  le informazioni, il contenuto della comunicazione.
ricevente: chi riceve il messaggio.

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L'emittente ha delle informazioni, dei contenuti (idee, pensieri, emozioni, ecc) che vuole trasmettere al ricevente.
Deve però tradurre questo contenuto in un codice, un linguaggio (sistema di segni organizzato da regole).  Questa traduzione si chiama
codifica. Il ricevente, una volta ricevuto il messaggio, se   conosce il codice (linguaggio) può capire il contenuto del messaggio effettuando una decodifica.

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Per completare lo schema della comunicazione mancano alcuni elementi:
 
- il
canale: può essere inteso sia come il mezzo tecnico esterno al soggetto con cui il messaggio arriva (telefono, fax, posta ecc.) sia come il mezzo sensoriale coinvolto nella comunicazione (principalmente udito e vista). Il canale va scelto a seconda del ricevente:  se voglio comunicare qualcosa a un ragazzo sordo non posso scegliere un canale uditivo né un mezzo come il telefono: è meglio scegliere un canale gestuale,o visivo, o verbale scritto.
 
- il
contesto o ambiente: è il "luogo", fisico o sociale, dove avviene lo scambio comunicativo. Le caratteristiche del contesto possono incentivare o al contrario disincentivare la comunicazione. Se sto parlando con un’amica in discoteca  il contesto è la discoteca e la musica può ostacolare la comunicazione. La stessa comunicazione arriverebbe meglio in un contesto più silenzioso. Gli elementi dl contesto che rendono difficile la comunicazione sono chiamati: disturbo o rumore.
 
- il
feed-back: è una comunicazione che il ricevente fa all’ emittente per dimostrare di avere ricevuto e compreso un messaggio. Per esempio un cenno di assenso dopo aver ascoltato qualcuno, o un applauso alla fine di un discorso,  o uno squillo dopo aver letto un sms. ecc.

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...RICAPITOLANDO...


1. l'emittente: è il soggetto che comunica il messaggio
2. il ricevente: è il soggetto che riceve il messaggio
3. il messaggio: è il contenuto di ciò che si comunica. Può essere una informazione, un dato, una notizia, un’idea , un pensiero, un’emozione, una sensazione…
4. il codice: è il sistema di segni e di regole (linguaggio) che si usa quando si comunica e senza il quale non si può “costruire” un messaggio. Può essere una lingua, un gesto, un dipinto, ecc.
5. il canale: può essere inteso sia come il mezzo tecnico con cui il messaggio arriva (telefono, fax, posta, ecc.) sia come il mezzo sensoriale coinvolto nella comunicazione (principalmente udito e vista)
6. la codifica: è l'attività che svolge l'emittente per trasformare idee, concetti e immagini mentali in un messaggio comunicabile attraverso un codice/linguaggio
7. la decodifica: è l'attività svolta dal ricevente che trasforma il messaggio da codice/ linguaggio in idee, concetti e immagini mentali
8. il feed-back: è l'informazione di ritorno che permette all'emittente di percepire se il messaggio è stato ricevuto oppure no, capito oppure no.
9. il contesto o ambiente: è il "luogo", fisico o sociale, dove avviene lo scambio comunicativo. Nel contesto ci possono essere dei fattori che disturbano o impediscono la comunicazione : disturbo o rumore.

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 esempio 1: LEZIONE A SCUOLA 

ll messaggio è quello che l’insegnate sta dicendo. L’emittente è l’insegnante, i riceventi sono gli studenti presenti nell’ aula. L’aula è il contesto. Il codice è verbale e gestuale, il canale in questo momento è prevalentemente uditivo, diretto e personale, non utilizza strumenti.  La codifica dipende dalla professionalità dl docente che trasforma idee e fatti in comunicazioni verbali e non verbali, la decodifica dipende dagli studenti, dalla loro attenzione e dalla capacità di comprendere la lingua utilizzata. Rumori provenienti dalla strada o alcuni studenti che chiaccherano sono gli elementi di possibile disturbo o rumore. Il feed-back sono i cenni di assenso degli studenti, le loro domande, le risposte che danno alle domande dell’insegnante...

 esempio 2: AL CINEMA  (prova da solo prima di leggere i suggerimenti).

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Il messaggio è il film proiettato sullo schermo. Il film è creato del regista (emittente) e cerca di trasmettere agli spettatori (riceventi) presenti nella sala (contesto) emozioni e divertimento. Il codice è verbale, gestuale, visivo e sonoro. Il canale è prevalentemente visivo e sonoro e usa come strumento tecnico il proiettore. La codifica e la decodifica del messaggio dipendono dalla professionalità del regista, dall’ attenzione degli spettatori e dalle loro capacità di comprendere il linguaggio cinematografico. Il feed-back è costituito dagli incassi (numero di biglietti) del film.

  LINGUAGGI 

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L'uomo, nel corso della sua evoluzione, ha utilizzato vari modi per comunicare. A partire da uno o più dei sensi e delle capacità che possiede l'uomo ha costruito sistemi di comunicazione più o meno complessi e organizzati che prendono il nome di linguaggi. Ci sono quindi molti linguaggi diversi, che si basano sulle capacità visive, acustiche, olfattive, gustative, tattili, gestuali e verbali dell'uomo.


 UN LINGUAGGIO E' UN SISTEMA DI SEGNI 

 ORGANIZZATO DA REGOLE

FINALIZZATO ALLA COMUNICAZIONE. 

Esistono tanti linguaggi. In genere si classificano in  VERBALI, NON VERBALI, MISTI, COMPLESSI

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I linguaggi NON VERBALI a volte sono semplici e immediati (un gesto), a volte complessi e di lungo apprendimento (es. danza) .
Hanno il vantaggio di essere universali, ma hanno bisogno di un’interpretazione del ricevente, che può essere soggettiva, anche in base alle conoscenze possedute. Quindi sono meno chiari, precisi e univoci di quelli verbali e non si prestano a comunicare concetti troppo complessi o astratti. Spesso devono essere tradotti in linguaggio verbale per poterli rendere meglio comprensibili (per esempio: scheda di analisi di un’opera d’arte).

I linguaggi VERBALI sono quelli che utilizzano la parola, sia scritta che orale. Infatti VERBUM in latino, significava “parola”. 
I linguaggi verbali sono difficili, necessitano di tempo per essere appresi e approfonditi (un bambino ci mette due anni a costruire una frase, tu lo stai ancora studiandolo a scuola da almeno 11 anni e non lo padroneggi ancora perfettamente), non sono universali (cioè non sono condivisi da tutti: i diversi popoli hanno diverse lingue, un  bambino usa un linguaggio meno complesso di un adulto, ecc.).

Hanno però dei vantaggi: sono molto precisi, chiari, univoci e possono comunicare concetti anche molto complicati e astratti.

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I linguaggi MISTI adottano elementi del linguaggio verbale e non verbale contemporaneamente: un cartello pubblicitario, un segnale stradale, ecc. Sono considerati linguaggi misti anche i linguaggi speciali, come il Morse o il Braille, in cui vi è un collegamento diretto segno - lettera \ parola.

I linguaggio COMPLESSI adottano contemporaneamente più linguaggi che si sovrappongono rafforzando il messaggio: ad esempio le canzoni (verbale e musica) o il cinema (verbale, gestuale, visivo, musicale). A differenza dei linguaggi misti, se venisse meno uno dei linguaggi utilizzati, il messaggio avrebbe comunque la possibilità di venire trasemesso, anche se con meno efficacia.

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Nella nostra classificazione rientrano alcuni ma non tutti i linguaggi che studiamo a scuola, per esempio: la matematica, che tipo di linguaggio è? Non abbiamo trovato ancora una risposta.


Con un'altra domanda ci è andata meglio: è meglio il linguaggio verbale o non verbale?


La risposta che abbiamo trovato è: DIPENDE. Sin dai tempi più primitivi l’uomo ha utilizzato più di un tipo di linguaggio contemporaneamente: gestuale, iconico, sonoro, ecc. Se l’uso della parola fosse stato migliore e sufficiente alle esigenze di comunicazione dell’uomo, noi oggi parleremmo soltanto. Invece suoniamo, dipingiamo, danziamo, ci sorridiamo, ci abbracciamo, ecc. Quindi all'uomo servono tutti i linguaggi per esprimersi e comunicare, e alcuni linguaggi funzionano meglio di altri a seconda delle situazioni.

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